Amalfi
Amalfi
Il duomo
Il Duomo di Amalfi Dedicato a S. Andrea. Il duomo di Amalfi sorge al termine di una ripida scalinata e sovrasta l'omonima piazza al cui centro è collocata la settecentesca fontana di S. Andrea o del Popolo. L'edificio, il cui impianto originario risale al IX secolo, fu rifatto nel 1203 in forme arabo-normanne siciliane e poi nel corso dei secoli più volte rimaneggiato. Il Duomo di Amalfi La facciata, di particolare bellezza, riedificata dopo il crollo del 1861, presenta pregevoli decorazioni musive: nel timpano e' raffigurato Cristo in trono tra i simboli degli Evangelisti e la podestà terrena, su disegno di Domenico Morelli. A sinistra della facciata si erge il campanile, iniziato nel 1180 e ultimato nel 1276, il quale, seppur più volte restaurato, conserva l'aspetto originario.
Interno del Duomo di Amalfi Utilizzato nel 1389 come torre di difesa nell'attacco compiuto dagli Angioini, si compone di un piano di bifore e di uno di trifore - elementi architettonici di evidente derivazione Normanna - e culmina con la variopinta cupola maiolicata, d'ispirazione araba. Imponente la porta in bronzo, fusa a Costantinopoli prima del 1066, che presenta rilievi con figure di Cristo, della Madonna e dei Santi Andrea e Pietro. L'interno della chiesa, a croce latina a tre navate, ricostruito in stile barocco, conserva affreschi, statue e altre opere d'arte di notevole interesse: si possono ammirare i dipinti di Andrea d'Asti, che ornano il soffitto della navata mediana e del transetto, la rinascimentale ancona marmorea con tre santi, la cinquecentesca tomba del vescovo Andrea d'Acunto e due amboni con decorazione musiva appartenenti alla chiesa originaria. Da visitare poi la cripta, del 1253, nella quale sono custodite le reliquie di S. Andrea con una sua colossale statua, dono di Filippo III di Spagna, e la suggestiva cappella del Crocifisso, che conserva elementi duecenteschi.
La fontana di Sant'Andrea
In stile barocco, è stata costruita nel 1760 di fronte al Duomo e poi spostata sul lato della piazza. Una fontana più antica è andata distrutta durante una terribile mareggiata che inghiottì buona parte degli antichi arsenali.
Il chiostro del paradiso
Risale al 1266 e fu fatto erigere dall'arcivescovo Filippo Augustariccio come cimitero per i cittadini illustri della città di Amalfi. E' immediatamente collegato alla basilica dell'Assunta. Nel Chiostro vie erano sei cappelle affrescate risalenti al XIV secolo. È collegato al palazzo arcivescovile ed è formato da un quadriportico con volte a crociera, archi acuti, colonnine binate e archi intrecciati in stile moresco. Di forma quadrata, e dallo stile arabeggiante. Attualmente è un giardino floreale ben curato, circondato da un quadriportico, formato da colonne dallo stile arabo che sostengono archi fortemente acuti. Nel cimitero erano custoditi dei sarcofaghi contenenti i resti di personaggi illustri del paese, ne restano solo cinque.
Il museo della carta
Nicola Milano, Il Museo della Carta di Amalfi proprietario della cartiera ed appartenente ad una delle famiglie amalfitane famose per essere state operanti nella produzione e fabbricazione della carta di Amalfi (o carta bambagina). Il Museo della Carta di Amalfi Il museo, situato nella Valle dei Mulini, nella parte interna della città, ospita i macchinari e le attrezzature - opportunamente restaurati e perfettamente Funzionanti - impiegati nell'antica cartiera per realizzare la carta a mano. Al primo piano sono stati allestiti, inoltre, un'esposizione di fotografie e stampe documentaristiche e una biblioteca a tema contenente libri sulle tecniche di produzione, a testimonianza dell'importanza assunta da questo manufatto nella storia della repubblica marinara.
Gli arsenali
Amalfi, Repubblica Marinara, era dotata sia di una flotta mercantile che da guerra, molto all'avanguardia per l'epoca. Le imbarcazioni erano sicure e veloci, le navi da guerra erano dette "sagene", ed erano composte da due alberi con relative vele e da remi il cui numero variava da 108 a 120. Fu proprio grazie a questa flotta che Amalfi intervenne vittoriosamente nel 849 contro i musulmani che assediavano Ostia, mettendoli in fuga. Nel museo Vaticano, un affresco di Raffaello, commissionato da Papa Leone X° che era stato arcivescovo di Amalfi, immortala l'impresa degli amalfitani. Gli amalfitani costruivano le loro navi nel paese stesso, presso l'attuale "Porta Marina" per le navi da guerra, e presso l'arenile per le navi mercantili di basso cabotaggio. Le ultime, dette: "Teridi", "Buctio", la "Cocca". La struttura degli arsenali oggigiorno mostra una serie di restauri avvenuti in tempi diversi.